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Giovane Globalista

Il giovane adepto del credo globalista possiede quattro caratteristiche, quasi dei marker si potrebbe dire che lo rendono facilmente individuabile.
Eccole.

1) conformismo

il soggetto pensa, agisce e parla sempre solo come gli viene indicato dal mainstream.
Le sue parole, le sue azioni sono eterodirette e perfettamente allineate all’agenda mediatica del giorno.
Qual è il refrain che rimbalza su tutti i tg e su tutti i giornali? Vi basterà a guardare le bacheche del giovane globalista per saperlo, perché troverete sempre le stesse affermazioni e le stesse analisi.
C’è da inginocchiarsi per black lives matter e tacciare di razzismo chi non lo fa? il giovane globalista e seguirà all’istante.
C’è da supportare il Ddl Zan, senza se e senza ma, strillando all’omofobia in caso di dissenso? Idem.
C’è da rinchiudersi in casa senza fiatare e vomitare odio contro chi pone domande sulla gestione della pandemia? Uguale e così via, in un copia incolla acritico, automatico, quasi militare.

2) oikophobia

Addestrato da serie.tv, giornaloni, influenze vari a considerarsi cittadino del mondo, il giovane globalista occidentale sviluppa una fortissima allergia a tutto ciò che concerne la propria cultura di provenienza.
Il disprezzo verso la propria nazionalità e la propria storia arriva a toccare estremi patologici in cui il soggetto si vergogna del colore della propria pelle e si scaglia contro i propri simili.
Ogni concetto che sappia anche solo lontanamente d’identità diventa tossico e irricevibile. A questo segue un’irrefrenabile voglia di dissolversi in una melma indistinguibile dal resto, sull’onda di un assurdo senso di colpa e sbandierando il tutto come una conquista civile.
Il migrante, in quanto persona sradicata per eccellenza, diventa un punto di riferimento. La minoranza, in quanto entità separata dall’originario senso comune, si trasforma in un culto.

3) classismo

Quante volte avete sentito questi individui augurarsi la fine del suffragio universale, lamentarsi della presunta ignoranza dell’elettorato avverso, considerare inferiori coloro che non sfoggiano titoli o riconoscimenti accademici.
Quante volte avete sentito costoro elogiare i magnati dell’alta finanza o il padroni delle potenti multinazionali, veri filantropi e illuminati dinnanzi alla plebaglia che non dovrebbe decidere.
Il giovane globalista è un feroce classista, ed è convinto di appartenere a una sorta di élite intellettuale, circondata da milioni di buzzurri, la realtà è ben diversa, ma analizzando quest’ultima esclusivamente attraverso gli schieratissimi canali ufficiali, il soggetto non matura alcun dubbio.

4) bipensiero

Accogliere senza se e senza ma chiunque sbarchi sulle nostre coste perché bisogna restare umani, ma massacrare di tagli alla spesa pubblica famiglie e imprese perché ce lo chiede l’Europa.
Piangere per il clandestino tunisino e ridere del disoccupato greco, invocare la tolleranza e augurare la morte al proprio avversario, strillare al fascismo e supportare la censura.
Sono solo alcuni esempi del Bipensiero orwelliano a cui il giovane globalista va incontro con la massima naturalezza.
Credere in una cosa e nel suo esatto opposto, allo stesso tempo, con la certezza incrollabile di non dover rendere conto a nessuno in quanto individuo appartenente alla schiera dei buoni a cui tutto deve essere concesso.
Insomma, il giovane globalista e il parto di una non cultura, l’espressione massima di un Occidente che corre a occhi chiusi e col sorriso sulla faccia verso un dirupo, ripetendo a se stesso, me lo merito.
E il servo perfetto, immaturo quanto basta per non mettersi in discussione, debole e fanatico quanto serve per aiutare il sistema.
Va detto che non tutti i giovani sono così e in tanti, con coraggio, rifiutano una tale follia.
Per fortuna, perché se non fosse così saremmo già fottuti.

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